Ladri e conigliette by miss black

Ladri e conigliette by miss black

autore:miss black [Miss Black]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Crime, Fiction, Erotica, Romance, Erotico
ISBN: 9788827551899
Google: aM5GDwAAQBAJ
editore: Miss Black
pubblicato: 2018-01-15T07:28:35+00:00


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Me ne andai a letto. La mia sveglia avrebbe suonato piuttosto presto. Ero ancora teso per l’incognita costituita da questo nuovo tizio, Suarez. Speravo che Arina riuscisse a non farlo piombare su di me rabbioso come un cane idrofobo.

Non ne potevo più di lei. Non ne potevo più di niente. Avrei voluto trovare le palle per mollare tutto e scomparire. Andarmene in Europa, o nel Sud Est asiatico.

Be’, forse, se il lavoretto dei diamanti fosse andato bene…

Ripensai a quello che avevo visto quella mattina. Le due sale delle esposizioni, le teche blindate, le telecamere, gli agenti di sicurezza armati e quelli in borghese mescolati tra il pubblico…

Non era facilissimo, ma potevamo farcela.

Poi pensai a quello che avevo visto subito prima, passando davanti all’Elisium.

Sevil nella sua uniforme da cameriera. Le lunghe gambe e le scarpe con il tacco alto, sexy ed educate insieme.

Perché non riuscivo a smettere di pensare a lei? Perché dovevo ronzarle attorno come un cane in calore, come uno stalker sfigato, senza nemmeno provare a parlarle?

Perché se ci provassi ti spaccherebbe la faccia, idiota.

Era vero. Sapevo di non avere la minima speranza di perdono. Sapevo che non l’avrei baciata mai più, non l’avrei stretta mai più, toccata mai più…

L’idea di toccarla mi fece avere un’erezione.

Così, solo per aver avuto un pensiero fugace sulle sue gambe.

Ma che gambe, dannazione. Lunghe, tornite, perfette. E il modo in cui si inarcava, quando la scopavi…

Me la immaginai aperta sotto, la testa rivoltata, la bocca dischiusa. La sua pancia soda, le tette con i capezzoli duri, quei capezzoli da mordere forte… immaginai di metterle la cappella nella figa. Solo la cappella, nient’altro. Le sue piccole labbra, violacee, gonfie, lucide di umori. Il clitoride tutto esposto, eccitato e fremente.

Immaginai che gemesse e, mentre lo facevo, mi afferrai l’uccello e iniziai a farmi una sega.

Ce l’avevo duro come un palo. Mi sembrava che le palle stessero per esplodermi.

Immaginai Sevil di schiena, il sedere sollevato, il buchetto posteriore contratto. Immaginai di spingere contro quel buchetto con la cappella. Immaginai che si allargasse le chiappe da sola, che si stuzzicasse dietro con un dito.

Mi sborrai sulle lenzuola e in mano. Mi sborrai sui pantaloni del pigiama, senza controllo.

Poi mi piegai su me stesso, su un lato. Con il cazzo ancora in pugno, iniziai a piangere in silenzio.



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